“Ci aspettiamo una stagione influenzale 2017-2018 di intensità media: almeno circa 5 milioni i casi previsti e solo un virus nuovo, una variante dell’A/H1N1, detta Michigan, già inserita nel vaccino. Con l’A/H3N2, sono i virus che hanno portato più casi in Australia, dove l’inverno è stato appena archiviato. Così Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, spiega all’agenzia di stampa AdnKronos Salute come, preceduta dai cosiddetti virus cugini, ora complici primi freddi – linfluenza si appresta a fare il suo ingresso ufficiale in Italia. In relazione da quanto registrato in Australia, osserva il virologo – “Lì si è osservata una buona diffusione. E’ chiaro che bisogna aspettare di vedere come sta per finire la stagione influenzale. E poi un’altra variabile sarà se avremo o meno un inverno freddo che aumenterà il numero di casi. In questo settembre dal clima ballerino – sottolinea Pregliasco – quello che vediamo è un incremento delle sindromi parainfluenzali, tra i 60 e gli 80mila casi nell’ultima settimana, sostenuto dagli sbalzi termici che facilitano la circolazione di questi virus”. Azzardando quindi una previsione per la stagione in corso, lesperto spiega che “l’incognita resta sempre la quota di casi da virus B, ma anche la disponibilità di vaccini quadrivalenti, o comunque adiuvati per gli anziani”. Il dato di adesione alle vaccinazioni è “importante. Aspettiamo come sempre l’inizio campagna di immunizzazione da metà ottobre. Lo scorso anno c’è stato un accenno positivo all’aumento e speriamo che sia ancora maggiore quest’anno, soprattutto per quanto riguarda le vaccinazioni negli anziani, visto che siamo ancora a livelli bassi”. Pregliasco ne ha anche per quei medici che tendono a ’snobbare’ l’iniezione scudo: “ci sono state prese di posizione delle società scientifiche per rilanciare le vaccinazioni negli operatori sanitari, in particolare per influenza. Vedremo i risultati”. Scorrendo nel dettaglio i dati relativi allincidenza dellinfluenza la scorsa stagione, “si è chiusa con circa 5,4 milioni di casi”, per un’incidenza cumulativa osservata di 93 casi ogni 1.000 assistiti.
M.